La SEO per WordPress è uno degli argomenti più ricercati tra gli appassionati di blogging. È anche un processo che può essere lungo e tedioso se non si conoscono tutti i passaggi necessari, ottimizzare un sito o blog infatti è uno dei lavori di Marketing digitale più richiesti, l’intervento di un professionista, anche se consigliato, può essere proibitivo in termini di costi, soprattutto per chi si trova all’inizio del processo di creazione di un blog, con traffico inesistente e possibilità di monetizzazione scarse.
In questa guida ho voluto coprire tutti i passaggi fondamentali per garantire, a chiunque abbia intenzione di “tuffarsi” in questa attività, un minimo di competitività.
Contenuti della guida
- SEO tecnica per WordPress
- Ricerca e assegnazione delle parole chiave
- Produzione dei contenuti
- Metodi per generare traffico gratuito
SEO per WordPress – Tecnica
Per SEO tecnica si intendono tutte quelle ottimizzazioni che vanno eseguite a livello di codice e di struttura del sito. Avere un sito WordPress ottimizzato è un ottimo punto di partenza per svariati motivi. Primo tra tutti, il fatto che Google ed altri motori di ricerca necessitano di particolari attenzioni per poter “leggere” correttamente i contenuti del sito e di conseguenza posizionare il nostro sito.
Uno dei fattori tecnici di posizionamento è la velocità del sito. WordPress è un ottimo CMS ma di base, data la natura dinamica delle pagine, non è la soluzione più veloce. Per poter ottenere una buona velocità, al di sotto dei 3 secondi come tempo di caricamento delle nostre pagine, è necessario installare e configurare alcuni plugins (software aggiuntivi) che si preoccuperanno di ottimizzare il nostro codice e di servire le nostre pagine nella maniera più efficiente possibile, sia per gli utenti che per i robots che visiteranno il nostro sito.
Abilitare un sistema di Caching
Quando un utente si collega al nostro sito WordPress, il sistema genera le pagine richieste prendendo i dati necessari da un database ed assemblando le pagine “sul momento”. Questo processo nella maggior parte dei casi è abbastanza lento e richiede una buona dose di potenza di calcolo del server che ci ospita. Avere una copia pronta, già assemblata, delle nostre pagine è il metodo migliore per ovviare a questo inconveniente. Questa copia è chiamata in gergo “cache”. Per generare copie cache delle nostre pagine, pronte per essere servite ai nostri utenti, dobbiamo installare un plugin in grado di abilitare il sistema di caching. Uno dei migliori plugin gratuiti, facile da installare e configurare è WP Fastest Cache.
WPFC è in grado di abilitare il sistema di caching, generare copie “pronte” delle nostre pagine ed articoli di blog, abilitare la compressione dei componenti della pagina con gZip e rimuovere alcune componenti che potrebbero dare “fastidio” al nostro server.
Una volta installato il plugin dal repositorio di WordPress, basterà abilitare tutte opzioni presenti nelle impostazioni ed il gioco è fatto! Alcune funzionalità sono disabilitate nella versione “free”, ma niente paura, un ulteriore plugin gratuito ci aiuterà ad ottenere lo stesso livello di ottimizzazione…
Comprimere, minificare ed ottimizzare il codice
Altro passo fondamentale per ottenere una buona velocità del nostro sito è quello di comprimere ed ottimizzare il codice delle nostre pagine. Tutte le pagine di un sito web sono composte principalmente da tre tipi di codice: HTML, CSS e JavaScript.
HTML
L’HTML è il codice che crea la struttura del sito, tutti gli elementi che compongono la pagina sono chiamati TAGS, per ogni tipo di componente c’è un tag particolare, tra i più comuni troviamo il “contenitore” standard, chiamato “DIV”, i titoli chiamati headings contraddistinti da tags “H1, H2, H3… etc”. I paragrafi con tag “P”, gli elementi decorativi del testo come lo “SPAN” e moltissimi altri. Questo tipo di codice è chiamato markup, cioè codice di demarcazione. Per ottimizzare il markup della nostra pagina è necessario comprimere e “minificare”, cioè rimuovere gli spazi, rimuovere le andate a capo, i commenti presenti nel codice etc… In pratica tutto quello che potrebbe servire a rendere il codice leggibile ad un essere umano.
CSS e JavaScript
La stessa cosa va eseguita per il codice CSS. Il CSS è il codice di stile, serve a definire l’aspetto dei vari tags HTML. Con il CSS si possono decidere ad esempio le dimensioni degli elementi, il colore, il tipo di carattere tipografico e molti altri aspetti come le animazioni ed il comportamento degli elementi della pagina durante l’interazione con l’utente. Se vogliamo che un determinato elemento cambi colore quando ci passiamo sopra con il mouse, ad esempio un pulsante, dobbiamo necessariamente scrivere una regola di CSS che determini questo comportamento. Infine, il JavaScript è un codice che serve generalmente a determinare la funzionalità degli elementi.
Tutti e tre i tipi di codice agiscono all’unisono e devono essere ottimizzati per poter essere eseguiti in maniera efficiente dal browser dell’utente.
Uno dei migliori plugins che ci può venire in aiuto è Autoptimize. Con Autoptimize il nostro codice verrà automaticamente ottimizzato. Dopo aver installato il plugin ci basterà abilitare le tre opzioni di ottimizzazione per HTML, CSS e JavaScript. I più esperti potranno personalizzare il tipo di ottimizzazione nei minimi dettagli, per il resto dei “comuni mortali” basterà abilitare l’ottimizzazione automatica.
Markup aggiuntivo SCHEMA
SCHEMA è un altro tipo di codice che va aggiunto alle pagine del nostro sito. SCHEMA contiene una serie di istruzioni per rendere il sito leggibile ai robots dei motori di ricerca, marcando e descrivendo ogni tipo di pagina del sito per far capire al robot di cosa si tratta. Un articolo, una ricetta, una pagina di contatto, una pagina di domande e risposte, un prodotto, etc…
Esistono moltissimi tipi di SCHEMA per descrivere le diverse tipologie di pagine che possiamo creare. Un ottimo plugin plugin gratuito per questo genere di ottimizzazione è sicuramente “Schema & structured data for WP“. Una volta installato ci basterà definire il tipo di SCHEMA che vogliamo assegnare ad ogni tipo di pagina presente. L’interfaccia è molto semplice ed in pochi minuti saremo in grado di mappare tutti i tipi di pagina presenti sul nostro sito.
Avere SCHEMA installato, permette a Google di estrapolare i cosiddetti “risultati ricchi” (rich results) che possono aiutarci molto in termini di posizionamento. Inoltre SCHEMA fornisce un ottimo supporto per tutti quegli utenti con disabilità che si avvalgono di lettori per la navigazione dei siti internet, rendendo il nostro sito “accessibile” ed aiutando molto la nostra SEO per WordPress.
Test dello stato della SEO tecnica sul nostro sito WordPress
Una volta eseguite queste ottimizzazioni base è buona pratica eseguire un test per poter identificare possibili mancanze o errori e per capire “quanto” sia ottimizzato il nostro sito.
Gli strumenti per test gratuiti più comuni sono:
- GTMetrix
- Pingdom
- Sitechecker
- Lighthouse (accessibile da Chrome )
- Structured Data Testing Tool di Google
- PageSpeed Insights di Google
- Mobile-Friendly Test di Google
Ognuno di questi strumenti vi fornirà dati e punteggi leggermente diversi, l’importante in termini di ottimizzazione generale è controllare questi tre parametri;
- Velocità di caricamento delle pagine: inferiore a 3sec
- Numero di richieste HTTP: inferiore a 100
- Peso della pagina: inferiore a 3-5sec
(dipendentemente dal numero di immagini e struttura della pagina)
SEO per WordPress: Ottimizzare le immagini del sito
Le immagini giocano un ruolo fondamentale in termini di SEO per WordPress. Le tre cose da tenere maggiormente in considerazione sono; utilizzare la giusta tipologia di immagine, peso e misure corrette, inserire attributo ALT e descrizione.
Vediamoli in dettaglio uno per uno.
Tipologia delle immagini
Sul web si utilizzano principalmente 2 tipi di immagine; JPG e PNG.
Le immagini JPG sono quelle più ottimizzabili perché possono essere compresse con diversi tipi di algoritmo. Per ottenere risultati accettabili in termini di compressione e qualità possiamo utilizzare un algoritmo di compressione cosiddetto “lossless” cioè senza perdite.
Questo tipo di compressione può essere eseguito in fase di editing delle immagini, con programmi come ad esempio Photoshop. Oppure direttamente dal sito, utilizzando un plugin come resmush.it. È necessario sperimentare un po’ con le impostazioni per definire il livello di qualità desiderato, molto spesso comunque, un livello tra 60% e 70% può dare risultati accettabili.
Le immagini PNG invece sono utilizzate ogni volta che ci occorre la trasparenza di parte dell’immagine, ad esempio per poter eliminare lo sfondo. Questo tipo di immagine è molto pesante di solito e quindi è meglio utilizzare il formato PNG solo per files di piccole dimensioni e limitare il numero di queste immagini sulle nostre pagine. Anche qui, un plugin come resmush.it ci aiuterà a comprimere le immagini, permettendoci di risparmiare qualcosa in termini di peso.
Attributi delle immagini
Molto importante per la SEO per WordPress, una volta inserite le immagini che vogliamo sulla nostra pagina, ricordiamoci di inserire una breve descrizione nell’attributo ALT. Questo attributo viene utilizzato dal browser dell’utente nel caso l’immagine non possa essere caricata per qualche motivo, per i dispositivi assistiti (per disabili) e per far capire ai robot di Google cosa è rappresentato nell’immagine, i robots infatti non sono in grado di “vedere” le immagini sul nostro sito e di conseguenza, in mancanza di un attributo ALT, non saranno in grado di assegnare una rilevanza alla nostra immagine. Questo potrebbe farvi perdere punti per il posizionamento della pagina e non vi permetterà di avere le vostre immagini indicizzate correttamente nella ricerca per immagini.
Cercare ed assegnare parole chiave
Una volta raggiunto un buon livello di ottimizzazione tecnica, è tempo di preoccuparci dei contenuti veri e propri del sito. Creare contenuti che ci piacciono non è la soluzione migliore per posizionare il nostro blog/sito sui motori di ricerca! Per ottenere un buon posizionamento occorre soddisfare l’utenza. Il primo passo è quello di capire che cosa cercano le persone interessate agli argomenti che intendiamo trattare…
Ma come possiamo sapere cosa stanno cercando gli utenti di internet?
La ricerca delle parole chiave serve proprio a questo. Ci da un’idea precisa di cosa viene cercato, quali sono le domande che queste persone si pongono, quali argomenti sono interessanti e soprattutto ci permette di “spiare” (in maniera etica e legittima) la nostra concorrenza.
Ricerca con Google
Un primo passo per la ricerca delle parole chiave può essere quello di utilizzare la barra di ricerca di Google. Ogni volta che digitiamo qualche parola nel campo di ricerca, Google ci propone altre frasi e parole automaticamente, queste sono le ricerche più rilevanti fatte dagli utenti del web. Prendere nota di queste ricerche ed utilizzare le informazioni raccolte è un buon inizio, purtroppo però non è sufficiente. Infatti con questo metodo non siamo in grado di stabilire quante siano effettivamente le ricerche effettuate e quali siano i siti che si posizionano per ogni singola parola (frase) di ricerca.
Altri strumenti di ricerca
Possiamo quindi passare ad un’analisi più approfondita. Utilizzando strumenti specifici per la ricerca di parole chiave. Ne esistono moltissimi, AHREFS, SEMRUSH, KWFINDER ad esempio sono tutti ottimi strumenti professionali, purtroppo però questi strumenti hanno un costo che per la maggior parte degli utenti non professionisti può essere proibitivo. Ma niente paura! Il grande marketer e SEO Neil Patel (forse uno dei migliori al Mondo) ci viene incontro con uno strumento gratuito, in grado di darci risultati ed informazioni a livello “semi” professionale. Lo strumento in questione è UBERSUGGEST.
Ubersuggest
Utilizzare ubersuggest è semplicissimo, basterà inserire la chiave di ricerca e selezionare la lingua desiderata per ottenere risultati specifici come il volume delle ricerche mensili, la difficoltà di posizionamento e l’elenco dei siti web posizionati nei risultati di ricerca (SERP). In questo modo potremo scegliere le frasi di ricerca e le variazioni che più ci interessano. Per poter effettuare la scelta giusta è necessario capire ed analizzare i risultati. La prima informazione che ci interessa è, ovviamente, il volume di ricerca. Ad esempio per scrivere questo articolo, ho confrontato le chiavi “SEO per blog” e “SEO per WordPress”. La prima frase ha un volume di circa 30 ricerche mensili mentre la seconda 50.
In questo modo ho potuto scegliere il miglior titolo per il mio articolo e in che modo strutturare il contenuto. Altra informazione molto importante è la difficoltà SEO. La difficoltà indica quanta probabilità abbiamo di posizionarci nella prima pagina dei risultati, più piccolo è il valore, più possibilità c’è. Questo valore è determinato da diversi fattori, tra i più importanti ci sono l’autorità dei domini (siti) che si posizionano, la lunghezza dei contenuti, il numero di condivisioni che questi siti hanno sui social media ed altri valori con minore importanza (sono moltissimi). Come per i test, tutti gli strumenti disponibili riportano valori leggermente diversi, questo perché Google, così come gli altri motori di ricerca, non divulgano informazioni sul funzionamento del loro algoritmo di posizionamento e di conseguenza ogni strumento cerca di “indovinare” quali siano i fattori più rilevanti.
Interpretare i risultati
In questo senso i numeri di per sé non hanno molta importanza, è però importante considerarli in termini relativi piuttosto che assoluti. Un basso indice di difficoltà SEO ci indica che abbiamo una buona probabilità di posizionarci, a patto che i nostri contenuti siano rilevanti, esaustivi e che rispondano effettivamente all’esigenza degli utenti. Questo vale soprattutto per siti “giovani” che, ad esempio, non hanno un elevato numero di backlinks (collegamenti provenienti da altri siti autorevoli).
Una volta ottenuti i risultati per la parola chiave che abbiamo deciso di utilizzare, è necessario assegnare la parola (frase) chiave alla pagina. Questo può essere fatto con l’utilizzo di un plugin per SEO per WordPress, come ad esempio Yoast. Con Yoast possiamo definire quale parola chiave è relativa ai nostri contenuti e determinare anche altri fattori per ottenere una buona SEO di pagina come; il numero di links interni ed esterni, la frequenza della parola chiave, la lunghezza del testo, il numero dei paragrafi e dei sottotitoli, così come la semplicità di lettura del nostro testo.
Armati di tute queste informazioni è ora arrivato il momento di produrre i nostri contenuti.
Produzione dei contenuti SEO per WordPress
Come abbiamo detto, non è affatto facile posizionarci nei risultati di ricerca, soprattutto se il nostro sito è giovane e non ha molta autorità. Quindi dobbiamo disperare e rassegnarci ad aspettare anni per poter vedere il nostro sito in prima pagina? No!
Ci sono molti modi per aumentare le chance di posizionamento; possiamo comprare backlinks da agenzie specializzate, farci aiutare da un professionista della SEO per WordPress o spendere qualche soldo in pubblicità per aumentare il traffico sul nostro sito e segnalare a Google la nostra “autorità”… Ovviamente tutti questi metodi, anche se abbastanza veloci ed immediati, richiedono l’impiego di un budget consistente. Se siete all’inizio della vostra “carriera” come blogger probabilmente nessuna di queste opzioni fa al caso vostro. Il metodo migliore allora è quello della tecnica dello “skyscraper” (grattacielo). Questa tecnica inventata ed utilizzata dal grande esperto di SEO Brian Dean, fondatore di Backlinko, consiste nel “costruire” il contenuto più esaustivo possibile, cercando in tutti i modi di “appiattire” la concorrenza.
Tecnica Skyscraper per contenuti eccezionali
Una volta ottenuti i risultati di ricerca da ubersuggest (o altri tools), per riuscire a creare contenuti di un certo spessore, in grado di sorpassare la concorrenza, dobbiamo analizzare i risultati. Prendiamo in esame i primi 3-5 siti che si posizionano e annotiamo i dettagli del loro contenuto. Di quante parole è composto il testo, quanti paragrafi, quanti sottotitoli, quante immagini e video sono presenti sulla pagina e quanti links ci sono, sia interni che esterni.
Facciamo una media di questi valori e poi cerchiamo di produrre il nostro contenuto aumentando tutti i singoli valori. Cerchiamo anche di inserire informazioni aggiornate e se possibile, copriamo tutti gli argomenti collaterali che sono stati tralasciati dalla concorrenza.
Infine abbiate cura di inserire nel titolo della pagina un modificatore che indichi la natura del contenuto, ad esempio “guida completa”, “tutorial passo passo”, o nel caso si trattasse di informazioni aggiornate, inserite modificatori temporali come “2019”.
In questo modo il vostro titolo specifica agli utenti che i vostri contenuti sono aggiornati e completi.
Una volta preparati i materiali, testi ed immagini e possibilmente un video, inserite i contenuti in pagina e passate in rassegna i consigli di Yoast. Ricordate che non tutti i consigli saranno applicabili al vostro caso, l’importante è ottenere il “verde” sul “semaforo” di Yoast 😉
Generare traffico gratuito con la SEO per WordPress
Ovviamente parlando di SEO per WordPress non possiamo tralasciare il traffico, avere ottimi contenuti su un sito senza traffico non serve a molto. Come abbiamo visto in precedenza esistono una moltitudine di metodi per “acquistare” traffico… Ma come possiamo ottenere traffico senza spendere in pubblicità?
Se non avete soldi da spendere, la seconda risorsa che dovrete necessariamente impiegare è il tempo. Mi spiego meglio, se dedicate tempo alla condivisione dei vostri contenuti su piattaforme social, forum specializzati e siti come Quora e Reddit, i vostri contenuti verranno visti da migliaia di utenti e possibilmente riceverete traffico continuo. Qui è dove la vostra creatività ed intraprendenza fa la parte del leone. Andare in giro per internet a “spammare” i vostri links infatti non vi porterà alcun risultato, anzi, potrebbe danneggiare la vostra immagine e la vostra autorità. Se invece cercate di aiutare realmente gli utenti di questi siti, aggiungendo la vostra opinione alle conversazioni, rispondendo a domande e aiutando gli utenti con i vostri contenuti, sicuramente riuscirete a farvi notare e piano piano gli utenti cominceranno a visitare il vostro sito.
Condividete la vostra opinione e aggiungete valore alle conversazioni
Questi sono i siti ed i “luoghi” su cui avrete maggiore possibilità di essere notati:
- Forum Specializzati; qui potete partecipare a discussioni su argomenti trattati dal vostro blog, ricordate di sfruttare la “firma” ed il vostro profilo, inserendo sempre un link al vostro blog.
- Quora e Reddit; rispondendo a domande e aiutando gli utenti di questi siti avrete la chance di pubblicare links ai vostri articoli, ricordate di non lasciare soltanto un link ma cercate di dare del valore, rispondendo in maniera pertinente ed autorevole aggiungendo il vostro link come approfondimento.
- Gruppi su Facebook; su Facebook ci sono migliaia di gruppi specializzati in ogni sorta di argomento, anche qui, come per i forum, fatevi conoscere, aggiungete la vostra opinione e chiedete sempre il permesso di pubblicare i vostri links (pena il ban dal gruppo).
Experts roundup
Altra strategia è quella dell’Experts Roundup. Per eseguire questa strategia dovrete trovare un po’ di esperti dell’argomento che intendete trattare. Raggiungete queste persone via email, specificando che state creando un articolo, ad esempio con i consigli dei 10 migliori esperti, fatevi scrivere 50-100 parole (o più magari) ed una volta raccolti i vari consigli dagli esperti, pubblicate l’articolo. Inviate il link dell’articolo creato a tutti gli esperti che hanno partecipato e sicuramente la maggior parte lo condividerà con i propri followers sui loro profili social o sul loro blog. In questo modo avrete l’opportunità di ricevere traffico di utenti interessati al vostro argomento.
Stampa e Radio locale o specializzata
Se riuscite a farvi intervistare da un media tradizionale, locale o di settore, potrete ottenere visibilità per voi ed il vostro blog, aumentando di conseguenza la vostra autorità ed il traffico sul sito. Questo metodo è uno dei più difficili da realizzare ma considerate che i media tradizionali, soprattutto quelli locali, sono sempre alla ricerca di contenuti freschi e se offrite informazioni rilevanti o una storia interessante, difficilmente vi diranno di no. Il traffico ottenuto potrebbe essere solo temporaneo ma sarà sicuramente una buona occasione per farvi conoscere. Non dimenticate di aggiungere una sezione rassegna stampa al vostro blog dove pubblicare qualunque partecipazione di questo tipo.
Guest blogging
Proprio come per la stampa e le radio locali, anche i blogger di un certo livello sono sempre alla ricerca di contenuti. Alcune riviste online ad esempio hanno intere sezioni dedicate agli autori ospiti (guest bloggers). Se i vostri contenuti sono rilevanti e coinvolgenti, molti di questi blog vi faranno pubblicare un vostro articolo più che volentieri, del resto state facendo lavoro per loro. Ricordate di inserire discretamente un link al vostro sito all’interno del vostro guest post e cercate come sempre di creare contenuti di un certo valore.
Conclusioni
Il blogger è una vera e propria professione, per avere buoni risultati occorre avere molta pazienza e dedicare un bel po’ di tempo al vostro blog ed alla promozione. Se eseguirete tutte queste strategie però, sicuramente avrete buoni risultati. L’importante è, soprattutto all’inizio, non demordere e prepararsi a mesi di traffico inesistente. Bloggare è un gioco sul lungo termine e soltanto chi è veramente determinato potrà riceverne tutti i benefici. Se produrrete contenuti di qualità e li promuoverete in maniera continua e costante, prima o poi riuscirete a creare un pubblico fedele di utenti che vi seguiranno e che potrete monetizzare, questo però è un argomento a parte e merita un articolo tutto suo… Per ora vi auguro buona fortuna e buon lavoro con il vostro blog!
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